Shango Chango Xangò

Shango Chango Xangò: un concentrato di virtù e difetti

Shango, Chango Xango: tre nomi per definire uno degli Orisha principali della mitologia yoruba.

Gli Orisha rappresentano le semidivinità che originariamente appartenevano alla mitologia dei popoli dell’Africa occidentale Yoruba, Nagò, Je-je, Ketu, ecc. A partire dal XVII secolo il loro culto si è diffuso anche nelle religioni para-sincretiche afroamericane. Nei culti para-sincretici gli Orisha sono relazionati con i santi cristiani. Andiamo a scoprire da vicino le caratteristiche di Shango, Chango Xango e quali sono i sincretismi con la religione cattolica.

Shango Chango Xangò: vita e simboli

Shango (il cui nome è trascritto anche come Sango, Xangô, Chango e anche in altre varianti) è un importante Orisha della mitologia yoruba. Viene principalmente associato all’etnia oyo, di cui rappresenta un antenato mitico, ma svolge un ruolo importante anche nei culti afro-americani derivati dalla religione yoruba, come il candomblé, la santeria ed il vudù. Si tratta di una divinità potente, che viene associata al fuoco ed al tuono. Chango racchiude tutte le virtù e tutti i difetti degli uomini: è un ottimo lavoratore, un amico , un indovino, ma è anche violento, bugiardo e donnaiolo. E’ tutto ed il suo contrario. È poliedrico: possiede caratteristiche proprie dei saccheggiatori e dei cacciatori, ma è anche garante di giustizia ed è capace di scatenare la sua ira punendo aspramente bugiardi e malfattori.

Chi era di Shango: tradizioni e leggende

Shango Chango Xangò
Shango – foto di fenixcsCC BY-NC-ND 2.0

La sua storia e la sua vita cambiano a seconda delle tradizioni.

Secondo la tradizione yoruba, la vita di Shango è collocata attorno al XV secolo. Lui sarebbe il re dell’Impero Oyo, figlio del re fondatore Oranian e di sua moglie Torosi. Un regno, quello di Shango, prospero e propizio tanto da riuscire ad unificare tutto il popolo yoruba. Questo si traduce in rituali rivolti a Shango ricchi di colori, forme e simboli diversi.

Per alcuni Chango è il figlio della dea-madre Yemaja o di Obatala, messaggera e intermediaria degli dèi, che lo avrebbe concepito con Aganju, signore del fiume. Ha avuto parecchie mogli e amanti, fra cui spiccano le figure di Obá (la prima moglie), Oxum (la seconda) e Oya (la moglie preferita).

Sono diverse le leggende che raccontano il concepimento di Shango da Obatala. In un racconto pare che Aganju non volesse concedere a Obatala il permesso di attraversare il fiume. Lei tentò di aggirare il divieto trasformandosi in una piacente donna e circuendo Aganju, e dalla loro unione fu concepito Shango.

Un’altra leggenda racconta l’incontro tra Shango ed il padre in un bosco. Aganju non lo avrebbe riconosciuto e avrebbe cercato di ucciderlo per mangiarlo. Oya si accorse del pericolo e ha avvetito Obatala, che in origine era signora dei fulmini. Obatala ha trasferito a Oya il suo potere, dando fuoco al bosco e salvando Shango dando fuoco al bosco.E’ poi diventato egli stesso signore del fuoco.

Simbologia di Shango

Xangò è associato al fuoco, al fulmine e al tuono. Si tratta di elementi che ben rispecchiano il suo carattere violento e vendicativo, virile e coraggioso. Xangò è un giustiziere: punisce i bugiardi, i ladri ed i malfattori. Durante l’epoca coloniale e post-coloniale, Shango era considerato il simbolo della lotta dei neri contro l’oppressione da parte dei bianchi. È anche il re dei tamburi, a lui appartengono i tamburi Batà. E’ il Signore del fuoco ed considerato protettore degli incendi e delle ustioni. È un incorreggibile donnaiolo, nutre una forte passione per il sesso femminile, ha innumerevoli amanti oltre alle mogli ufficiali: Oya, Obba Yurú e Ochun. Changó nella danza simula il gesto di prendere un fulmine dal cielo e di portarlo, con movimenti rapidi e decisi, in prossimità dei suoi genitali ad indicare la sua virilità e la sua forza.

Nelle sue raffigurazioni impugna spesso un’ascia bipenne che si chiama Oxê, e che ben esprime l’azione rapida ed efficace della giustizia. Negli altari in onore a Xangò è rappresentata spesso una scultura che rappresenta una donna dallo sguardo sereno e distaccato che dona quest’arma al dio-eroe.

Nel culto yoruba di Shango sono spesso utilizzate maschere che hanno le sembianze di una testa di ariete. Si tratta di un elemento che ha dato luogo a diverse ricerche sui possibili legami tra la cultura yoruba e quella di Kush, presso cui l’ariete aveva un ruolo simbolico fondamentale.

Il numero sacro di Xangò è il sei ed i suoi colori sono il rosso e il bianco.

Shango Chango Xangò nelle religioni sincretiche

Nelle religioni sincretiche ogni divinità tradizionale è identificata con un santo della tradizione cristiana, Shango Chango Xangò è identificato con San Gerolamo o con San Giuda Taddeo. A Cuba invece è identificato con Santa Barbara.

Cuba: Santa Barbara e Changò

La martire cattolica Santa Barbara (patrona degli artiglieri) e Changò,vengono festeggiati a Cuba Domenica 4 dicembre

Orazione a San Gerolano Xango

Ecco un’orazione che si può rivolgere a San Gerolamo ed al suo “corrispettivo” Xango

Mio buon San Gerolamo, il vostro nome Xangô nell’Umbanda risveglia le vibrazioni più elevate. Proteggici, Xangô, rendici forti ed inattacabili, fortitica il nostro spirito. Eleva uno scudo su di noi, una fortezza inespugnabile. Spargi su di noi abbondanza ricchetta, prosperità e spirito di carità verso il prossimo. Chiediamo giustizia, armonia, benessere, forzafisica e forza morale. Illumina i nostri pensieri e le nostre azioni, fai che la nostra mente comprenda sempre come agire nel modo corretto. Baluardo siano la verità e la saggezza. Il tuo spirito regale entri nei nostri cuori, rendici nobili nei pensieri e negli atti. Saggi e lungimiranti sempre.